Ristoranti chiusi alle 18, Alberto Melis dell’Antica Cagliari: “Dobbiamo vivere alla giornata. Non possiamo fare progetti”
Iniziano a farsi sentire le difficoltà per i locali cagliaritani costretti a chiudere entro le 18.00, in rispetto del nuovo Dpcm sul coronavirus. A Cagliari c’è chi ha scelto di abbassare del tutto le serrande in attesa di tempi migliori. I costi sono troppo alti e i guadagni diminuiscono sempre di più.
C’è invece anche chi continua a lavorare e va avanti nonostante difficoltà. É il caso di Alberto Melis, dell’Antica Cagliari, noto ristoratore che gestisce ben tre ristoranti. “Non possiamo fare programmi a lungo termine a causa del Covid, dobbiamo vivere alla giornata”, afferma. “Le difficoltà sono tante, bisogna vedere come andrà”. Ecco l’intervista completa.
Alberto Melis, titolare di Antica Cagliari
Alberto cosa ne pensa della situazione attuale riguardo il Covid e la chiusura alle 18.00?
“Per i locali come bar e ristoranti la perdita è ingente. Con la chiusura alle 18.00 si perde almeno il 40-60 per cento del lavoro, soprattutto durante il fine settimana. É difficile per noi andare avanti in questo modo.”
Vale la pena tenere aperto un ristorante?
“Ci sono dei costi molto alti, tenere aperto comporta delle grandi spese, considerando il personale da retribuire e non solo. Quindi forse non ne varrebbe la pena”.
Lavorate con le consegne a domicilio e con l’asporto?
“Non facciamo né asporto né consegne a domicilio, perché noi non vendiamo solo cibo ma offriamo un’esperienza. Per alcuni ristoranti è un modo di lavorare che non potrebbe funzionare”.
Quali sono le prospettive?
“Di solito penso che ognuno sia artefice del proprio destino, in questo caso non lo posso dire. Bisogna vedere come andrà la situazione, sarà il Covid a decidere. Non possiamo fare programmi a lungo termine, dobbiamo vivere alla giornata. Vedremo come andranno le cose”.
Sarebbe stato meglio un lockdown totale?
“Forse sì. Sarebbe stato meglio avere un lockdown totale per stabilizzare completamente la situazione”.
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