L’Italia è la patria del buon caffè. Noi italiani siamo gli esperti mondiali di caffè. Ma è poi così vero?
Sicuramente siamo comici, questo sì: mille modi di fare il caffè. E così c’è addirittura differenza tra nord e sud per dire la stessa cosa: corto (lungo), ristretto (stirato), basso (alto), macchiato, macchiato freddo, molto macchiato, … E l’acqua? Un goccio d’acqua, un poco d’acqua, mezza d’acqua, … E così succede che entra la tipa al bar e chiede: un caffè leggermente lungo macchiato freddo, per cortesia. Anche un goccino di acqua effervescente naturale a temperatura ambiente, grazie!
Siamo veramente la patria degli esperti di caffè! Oppure no!?
Dai, alzi la mano chi conosce la composizione della miscela del caffè che utilizza il vostro barista. E il tipo di tostatura? Va beh, il tipo di macinazione? Niente? Eh si, gli italiani sono veramente gli esperti del caffè. Allora vediamo: chi frequenta una caffetteria che ha a disposizione due o più miscele di caffè e vi fa scegliere? Chi beve un caffè diverso a colazione rispetto al dopopranzo (ginseng, orzo e altre “porcherie” qui non sono valide)? Ancora niente?
Lasciatemelo dire: entrare in una caffetteria e chiedere semplicemente un caffè, è come entrare in un ristorante toscano e chiedere semplicemente un bicchiere di vino rosso.
E allora non stupiamoci se gli americani hanno deciso di colonizzarci anche nel campo del caffè. Non stupiamoci se verranno a insegnarci a preparare il caffè. Non stupiamoci se verranno a istruirci su come si gusta un caffè. E levatevi immediatamente dalla testa che “caffè americano” significa bevanda calda a gusto di caffè da bere con la cannuccia. Rassegniamoci: aprirà Starbucks in Italia e molti bar e caffetterie vecchio stampo dovranno scegliere: cambiare o morire.
So che molti di voi ora mi odieranno, ma leggete le ultime righe prima di giudicarmi. Dunque: 24 miscele differenti, da gustare in loco e/o portare via in accattivanti confezioni da asporto/regalo, ognuna della quale con la sua corretta tostatura e macinazione, servito nella tazzina corretta in modo da esaltarne le caratteristiche aromatiche, accompagnati da assaggi di dolcetti o amaretti correttamente abbinati per esaltare sempre e comunque il gusto del caffè. E fin qui abbiamo parlato solo di caffè. Ci saranno i cappuccini (infiniti) preparati con una decina di latti differenti (mucca, capra, pecora, interi, scremati, alta digeribilità, soia, eccetera). Aggiungiamo decine di varietà di the. E tisane. E cioccolate. E aggiungiamo i brownies, i frappuccini, le cheesecake. Devo continuare? Ah sì: il vostro caffè sarà preparato da un barman cintura nera quarto dan di macchine del caffè, capace non solo di prepararvelo e servirvelo nel migliore dei modi, ma anche di spiegarvelo, o meglio raccontarvelo.
Ebbene sì. Arriveranno gli americani e ci insegneranno come rendere il caffè un’esperienza culinaria a tuttotondo; esattamente come lo è gustare una fiorentina con un calice di Biserno del 2008. E ci faranno pagare il caffè 5€. E i baristi nostrani, che fino a oggi ci hanno servito “un caffè” a 0,90€ dovranno ammettere (come minimo) di aver perso una ottima opportunità di fare business. Per decenni.
E adesso via agli insulti. Sono pronto.
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